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In data 28 gennaio u.s. l’Agcm ha dichiarato obbligatori gli impegni presentati dalla software house e dai 3 distributori digitali di un videogioco per bambini proposto sotto forma di App per dispositivi mobili, pubblicizzato come scaricabile ‘gratuitamente’, ma che in realtà prevedeva, per la sua completa fruizione, acquisti a pagamento opzionali (c.d.: ‘freemium’), e il procedimento per pratiche commerciali scorrette in violazione del Codice del Consumo, avviato nel maggio dello scorso anno, è stato, pertanto, chiuso senza l’accertamento delle infrazioni.

Le modifiche informative proposte dalla software house riguardano la descrizione del gioco negli stores online, specificando che per comprare gli oggetti di gioco occorre utilizzare una valuta virtuale (c.d.: ‘Bling’) acquistabile con ‘soldi veri’ e indicando il range dei prezzi per i vari acquisti. L’utente verrà d’ora in poi avvisato della possibilità di pubblicità all’interno del gioco e sarà inserito un invito rivolto ai genitori a non comunicare le password ai figli e a supervisionarne le attività. La software house si è, inoltre, impegnata a rimuovere il pulsante “Bling gratis”, che attribuiva una certa quantità di moneta virtuale a fronte della visualizzazione di filmati pubblicitari e a non utilizzare formule di invito all’acquisto che fanno leva su reazioni emotive e/o ingenerano sensi di colpa nel giocatore (ad es.: ‘i tuoi animali sono infelici, compragli dei giochi o saranno tristi’).

Dal canto loro, i distributori digitali si sono impegnati a non definire come ‘gratuite’, ‘free’ o ‘gratis’ le App aventi ad oggetto giochi che offrono acquisti a pagamento, a meno che non sia indicato chiaramente a cosa si riferisca il termine ‘free’ (ossia quando è possibile fruire di parti distinte del gioco senza effettuare acquisti) nonché a chiarire la natura degli acquisti a pagamento (c.d.: ‘In-App’), indicando il range dei prezzi previsti per i vari acquisti. I detti distributori si sono, altresì, impegnati ad implementare impostazioni di gioco volte ad impedire acquisti In-App non autorizzati, limitando gli utilizzi da parte dei minori, con possibilità per l’utente di scegliere la frequenza con la quale il sistema andrà a richiedere l’immissione della password in occasione di ogni acquisto, ad introdurre maggiore e più immediata evidenza al link ‘disattivare gli acquisti In-App’, e a non utilizzare esortazioni dirette ai minori all’acquisto di articoli In-App o volte a convincere gli adulti ad acquistarli.

Nella sua decisione complessiva, infine, l’Autorità ha tenuto soprattutto in considerazione la scelta dei professionisti di proporre impegni che si estendano al territorio dell’intera Unione Europea, potendo così i consumatori europei contare su garanzie superiori rispetto a quelle che si sarebbero potute conseguire sanzionando i professionisti convolti nella pratica commerciale.

Avv. Santina Parrello


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