Lo scorso 12 luglio la Commissione Europea ha adottato lo scudo UE-USA per la privacy, il nuovo accordo che permetterà i trasferimenti di dati personali dall’Unione Europea agli Stati Uniti in sostituzione del Safe Harbor, dichiarato invalido dalla Corte di Giustizia nell’ottobre 2015.

A partire dal 1° agosto le imprese americane potranno autocertificarsi come aderenti al sistema Privacy Shield presso il Dipartimento del Commercio statunitense e verranno sottoposte a verifiche periodiche sul rispetto delle regole volontariamente accettate, pena sanzioni e depennamento dall’elenco.

Sono stati, inoltre, previsti diversi meccanismi di composizione delle controversie di agevole accesso e di costo contenuto per i cittadini europei, in modo da garantire la tutela effettiva dei diritti di riservatezza violati.

Il governo americano ha garantito formalmente che l’accesso delle autorità pubbliche ai dati personali dei cittadini europei sarà soggetto a limiti, garanzie e meccanismi di vigilanza precisi, escludendo attività indiscriminate di sorveglianza di massa sui dati trasferiti negli Stati Uniti sulla base dello scudo.

Si segnala, infine, che il funzionamento del Privacy Shield verrà monitorato annualmente e congiuntamente dalla Commissione europea e dal Dipartimento del Commercio USA, anche con riguardo all’accesso ai dati per finalità di polizia e giustizia o di sicurezza nazionale.

Non resta quindi che attendere l’operatività in concreto del Privacy Shield per valutare se questo nuovo accordo sia davvero in grado di proteggere, diversamente da quanto avvenuto in passato, i dati personali dei cittadini europei dalle indebite intrusioni dei servizi di intelligence americani.

Di seguito i link più rilevanti:

– decisione di adeguatezza della Commissione UE

– infografica del Garante Privacy

– guida per il cittadino della Commissione UE

– lista imprese americane aderenti al Privacy Shield

Avv. Santina Parrello

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