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wwCon provvedimento del 4 agosto u.s., l’AGCM ha dichiarato scorretta ai sensi del Codice del Consumo – artt. 20, II co., 21, I co. lett. b), e 23, I co., lett. d) – la pratica riguardante la commercializzazione sul mercato, a partire dall’anno 2009, da parte delle società Volkswagen Group Italia S.p.A. e Volkswagen AG, di autoveicoli Diesel la cui omologazione è stata ottenuta attraverso l’utilizzo di un software in grado di alterare artificiosamente il comportamento del veicolo durante i test di banco per il controllo delle emissioni inquinanti. Ciò al fine di fornire un risultato delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) più basso di quello ottenibile nella modalità che invece si attiva nel normale utilizzo del veicolo su strada.

L’Autorità ha parimenti ritenuto scorretta la presenza, in vari cataloghi informativi diffusi dal Gruppo, di specifici green claims e messaggi pubblicitari che, alla luce di quanto emerso nel corso del procedimento, sono suscettibili di indurre in errore i consumatori, con riferimento alla vocazione ambientale, alla responsabilità sociale rivendicata dal produttore, nonchè alle affermazioni del rispetto delle normative vigenti in materia. I consumatori sarebbero stati dunque indotti, secondo l’Autorità, ad assumere una scelta che non avrebbero altrimenti preso qualora consapevoli delle reali caratteristiche dei veicoli acquistati.

Anche in ragione della gravità e della durata della violazione, l’Antistrust ha irrogato in solido alle due società la sanzione di 5 milioni di euro, pari al massimo edittale. Va detto, però, che l’importo di questa sanzione è un’inezia rispetto alla cifra che il gruppo Volkswagen ha dovuto sborsare in altri Paesi ed in particolare in USA. Il Dipartimento di Giustizia statunitense ha infatti imposto a Volkswagen di pagare ben 14,7 miliardi di dollari per risolvere la class action scattata per lo scandalo delle emissioni truccate e chiudere i contenziosi con l’agenzia per la protezione ambientale e il Dipartimento stesso. Nonostante la mitezza della condanna italiana rispetto a quella statunitense, il gruppo tedesco ha già dichiarato di voler impugnare il provvedimento dell’Autorità, ricorrendo al Tribunale Amministrativo.

Qui il testo del provvedimento

Avv. Luciana Porcelli


categoria:NewsPratiche commerciali scorrette e aggressive