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telecomIl caldo non ha risparmiato nessuno, sanzioni per un totale di 865mila euro a carico di due dei principali operatori telefonici italiani. A seguito di numerose segnalazioni che lamentavano la scorrettezza della riduzione del periodo di rinnovo da 30 a 28 giorni delle tariffe di telefonia mobile sottoscritte dai clienti Telecom Italia S.p.a. e Wind Telecomunicazioni S.p.a., l’Agcm ha avviato due procedimenti, conclusi con i provvedimenti n. 26134 e 26135 (bollettino n. 28 del 8-8-2016), per verificare la violazione degli artt. 20, 24 e 25 del Codice del Consumo.

Le indagini svolte hanno accertato l’irregolarità delle condotte poste in essere da entrambi i professionisti che consistevano nella rimodulazione del periodo di rinnovo anche delle opzioni voce mobili connesse alla vendita rateale di smartphone o tablet.

Il consumatore insoddisfatto poteva recedere dal contratto pagando in un’unica soluzione il saldo delle rate non ancora versate e, nel caso di Telecom, il passaggio ad altro operatore comportava il pagamento di somme aggiuntive. Riguardo alle promozioni inerenti al passaggio da altri operatori a Wind, il recesso durante i 24 mesi successivi all’avvio del rapporto contrattuale comportava l’addebito sul credito residuo dei 14 euro scontati nella promozione.

Le due società, nelle proprie memorie difensive, hanno sostenuto di non aver realizzato delle pratiche commerciali aggressive ma di essersi adeguate alle esigenze di mercato.

In conclusione, il consumatore, a seguito della riduzione del periodo di rinnovo, ha supportato il costo, sul bilancio annuo, di una mensilità aggiuntiva. Oltre ad essere una modifica unilaterale delle condizioni contrattuali, il diritto di recesso era totalmente indebolito da aggravi economici a danno del consumatore che poteva non avere la disponibilità di pagare in unica somma il saldo delle rate non ancora versate.

Dott.ssa Margherita Cati


categoria:NewsPratiche commerciali scorrette e aggressive